Come riconoscere l’olio extravergine d’oliva?
Il modo migliore per capire se l’olio extravergine d’oliva è autentico, cioè non è adulterato, etichettato in modo errato o semplicemente rancido, è assaggiarlo.
Ci sono cose che dovreste sapere e fare per evitare di essere truffati o, per lo meno, di rimanere delusi.
Come può l’olio extravergine d’oliva essere “falso”?
L’olio d’oliva è semplicemente il succo estratto dalle olive fresche, senza sostanze chimiche, calore o ulteriori lavorazioni. Per qualificarsi come extravergine, la qualità più alta, l’olio deve superare le analisi di laboratorio e i test sensoriali stabiliti dal Consiglio Oleicolo Internazionale di Madrid.
Ma c’è ampio spazio per l’inganno lungo la catena di produzione. Nel caso peggiore (e illegale) l’EVO falso viene diluito con un olio di soia o di semi a basso costo o mescolato con olio d’oliva di qualità inferiore raffinato chimicamente.
Oppure, come è più comune, è mescolato con olio d’oliva che è rimasto in giro dal raccolto dell’anno precedente o da più tempo. Questo è legale, ma quando la bottiglia arriva al negozio è già scadente, priva dei suoi meravigliosi benefici per la salute e non passerebbe il vaglio del COI, ossia il Consiglio Oleicolo Internazionale.
Cosa fare, dunque?
Gli utenti appassionati del buon olio extra vergine d’oliva possono risparmiarsi molte incertezze acquistando in un negozio specializzato in olio d’oliva o in un mercato rispettabile, dove l’approvvigionamento accurato è una priorità e potete assaggiare prima di comprare.
Ma se il negozio di alimentari è l’opzione più conveniente o l’unica possibile, seguite questi consigli.
Suggerimento n. 1: non comprate mai nulla che non riporti la dicitura “extravergine” sull’etichetta.
La frase da sola non è una garanzia, ma senza di essa si otterrà sempre un prodotto di bassa qualità.
Suggerimento n. 2: cercate la “data di raccolta” e il nome della tenuta o del frantoio.
In sostanza, più specifiche ci sono, meglio è. In genere solo gli oli migliori riportano la dicitura “spremuto il” o “data di raccolta”.
Se l’etichetta riporta il nome del produttore o dell’azienda, o la varietà di olive utilizzate, è molto probabile che sia autentico.
Suggerimento n. 3: Le date di scadenza e di imbottigliamento.
La data di scadenza preferibile è per standard legale diciotto mesi dopo l’imbottigliamento.
Ma questo non significa che l’olio extravergine d’oliva sia inutilizzabile, ma a questo punto ha perso tutti o quasi i suoi profumi iniziali. Mentre “imbottigliato il” indica per forza di cose la data veritiera.
Suggerimento n. 4: cercate un sigillo di certificazione di terzi. In particolare, la denominazione di origine protetta (DOP) dell’Unione Europea o la DOP italiana.
Suggerimento n. 5. Fidatevi dei vostri sensi.
L’olio d’oliva falso potrebbe avere un sapore unto, rancido, insapore o semplicemente non gradevole.
Il buon olio d’oliva, quello vero, dovrebbe avere un odore e un sapore verde, brillante, pepato, terroso, erbaceo o una combinazione di questi.
Occhio ai suggerimenti e buona degustazione.
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